Negli ultimi anni, raggiungere lo spazio è diventato sempre più accessibile, grazie alle molte aziende private che si sono specializzate in questo settore. Questo comporta un abbassamento dei costi per poter arrivare in orbita o, come in questo caso, sulla Luna.
Tutto nacque nel 2007, quando Google annunciò un concorso: il Lunar X Prize.
Chiunque fosse riuscito ad atterrare sulla superficie lunare e percorrere 500 metri (tutto testimoniato da immagini), avrebbe vinto 30 milioni di dollari. Purtroppo nessuno è riuscito a vincere l’ambito premio, poiché fu raggiunto il limite massimo di tempo senza allunaggi.
La SpaceIL, una piccola organizzazione israeliana nata per partecipare alla competizione, ha continuato lo sviluppo del suo lander, anche dopo la scadenza del concorso.
Beresheet, che in ebraico significa “in principio”, è partito come carico secondario il 21 febbraio 2019, a bordo di un Falcon 9 della SpaceX. Si tratta di un lander e, siccome la competizione prevedeva di riuscire a spostarsi, i progettisti hanno studiato un modo per farlo avanzare “a balzi”.
Per raggiungere il nostro satellite naturale, Beresheet ha compiuto due orbite attorno alla Terra, acquistando sempre più velocità e aumentando maggiormente il raggio dell’orbita. Arrivato alla giusta distanza, ha rallentato in modo da essere catturato dall’orbita lunare, avvenuto il 4 aprile, mentre il 11 (tra le 21 e le 22, ore italiane) è previsto l’allunaggio nel Mare della Tranquillità.
Se tutto andrà bene, avremo il primo veicolo spaziale realizzato da privati, che riuscirà ad atterrare sulla Luna.
Piccola curiosità: sul lander è stata inserita anche una capsula del tempo, contenente tutta Wikipedia in inglese.