Sul finire del ventesimo secolo l’industria produce una gamma di grandi macchine, “labor” dedicati alle attività pesanti nell’ambito del colossale progetto di dighe ribattezzato Babylon. Questi robot lavoratori sono tuttavia utilizzati anche a fini eversivi e criminali: la polizia di Tokyo decide così di mettere in campo una squadra di labor di pattuglia, atti a contrastare qualsiasi tipo di attività illecita che preveda l’utilizzo di robot. La giovane Noa Izumi presta servizio nella seconda sezione della polizia contemporaneamente all’arrivo di un nuovo labor modello Ingram: sarà proprio Noa a prenderne il comando, dando inizio ad una serie di indagini che riguardano un pericoloso e sfuggente labor di colore nero, il temibile Griffon.
Patlabor nasce grazie al lavoro di Headgear, collettivo formato da una manciata di scrittori e disegnatori che, sul finire degli anni ’80, decidono di creare una serie robotica di ampio respiro, con una trama più articolata e complessa rispetto a quelle viste in precedenza. Il franchise, nato da questa intuizione, è in effetti tra i più amati e prolifici nella storia dell’animazione giapponese, potendo contare su una quantità sterminata di fumetti, serie animate, film, videogiochi e libri. Innovativa è la scelta di narrare la vita dei protagonisti, assegnando alla quotidianità pari importanza rispetto alle attività investigative e alle lotte tra robot. Lo stile sfoggiato nella parte meccatronica, assolutamente incisivo ed innovativo, è ancora oggi fonte di ispirazione da parte di chiunque si avvicini a questo genere di tematica.
Autore: collettivo di artisti Headgear
Regia: Naoyuki Yoshinaga
Soggetto: Masami Yūki
Sceneggiatura Headgear, Kazunori Itō
Design dei personaggi: Akemi Takada
Mecha design: Yutaka Izubuchi, Yoshinori Sayama
Direzione artistica: Yukihiro Shibuya
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Sunrise