Nel panorama cinematografico, poche opere possono vantare un’eredità duratura e influente come Metropolis, il visionario capolavoro di Fritz Lang del 1927. Nel 2001, un altro Metropolis ha visto la luce: il film d’animazione diretto da Rintaro (pseudonimo di Shigeyuki Hayashi) e prodotto da Madhouse. Nella realizzazione del film fa capolino in nome di Katsuhiro Otomo, leggendario padre della pellicola cult Akira: è infatti sua la sceneggiatura di questo progetto. Questo lungometraggio non è solo un tributo all’opera originale di Lang, ma rappresenta anche un’affermazione artistica e culturale di grande impatto.
Ambientato in una futuristica metropoli divisa tra classi sociali opposte, dove i ricchi che vivono in alte torri e i poveri relegati agli strati più bassi della città, Metropolis si sviluppa attorno alla figura di Tima, un’androide creato per rispecchiare l’ideale di bellezza umana. La storia affronta temi sociali e filosofici come l’alienazione, la discriminazione e la ricerca della propria identità.
La trama si articola attraverso l’interazione tra Tima, il detective Shunsaku Ban, e il suo accompagnatore, Kenichi. Quest’ultimo, un giovane ragazzo, si ritrova coinvolto in un intricato gioco di potere tra le varie fazioni della città e diventa un simbolo di speranza in un contesto dominato dalla corruzione e dall’ingiustizia. Metropolis, diretto da Rintaro e basato sul manga di Osamu Tezuka, è un’opera piuttosto rilevante nell’ambito dell’animazione giapponese.
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