Home 1920 L’Uomo Meccanico (1921): riemerso dalle pieghe della storia

L’Uomo Meccanico (1921): riemerso dalle pieghe della storia

L'umo meccanico 1921
André Deed

Inizio degli anni ’90: Negli archivi della Cinemateca Brasileira viene rinvenuto un malconcio frammento di pellicola. Lo spezzone, che misura 740 metri (pari a 26 minuti), viene identificato: si scopre appartenere ad un film prodotto in Italia settant’anni prima. Si tratta de “L’uomo Meccanico” di André Deed, visto alla censura nel 1921, con una lunghezza totale di 1821 metri. Lo spezzone del film, ritenuto disperso per decenni, viene consegnato nel 1992 alla Cineteca di Bologna che provvede ad un doveroso restauro. Per ricostruire la trama vengono posti inserti testuali riportanti il resoconto delle sequenze perdute: questo può avvenire attingendo ad alcuni documenti originali conservati in Italia.

Un uomo “artificiale”
E’ il 1921, il Cinema è ormai una realtà consolidata: nascono i primi serial oltreoceano. L’attoreAndré Deed (noto come Cretinetti) decide di scrivere, sceneggiare e produrre un trittico di film a fianco della moglie Valentina Frascaroli. Di questi, il secondo estratto è un film innovativo e visionario: provvisoriamente denominato “L’Uomo Artificiale“, verrà successivamente intitolato “L’Uomo Meccanico“.
La storia narra (in chiave comica e farsesca) la creazione di un automa antropomorfo da parte di uno scienziato. Un giorno, alcuni malviventi rubano il robot e uccidono il suo inventore: l’automa (che può essere comandato a distanza tramite “tele-visione“)  viene così utilizzato per compiere atti criminali e seminare il terrore. Sarà il fratello del defunto scienziato a costruire un secondo uomo meccanico. I due robot si incroceranno in un epico scontro all’interno di un teatro.
Pur non essendo il primo automa del cinema , “L’Uomo Meccanico” risulta affascinante sotto molteplici aspetti. Il rocambolesco ritrovamento e successivo restauro, hanno reso possibile un viaggio alle origini di un argomento caro al cinema di fantascienza: il robot è infatti uno dei soggetti più utilizzati e declinati, a partire dalla donna artificiale di “Metropolis” (prodotto ben sei anni dopo l’androide di Deed). Come moderni Golem, vari “uomini meccanici” hanno affollato trasversalmente la cinematografia: basti pensare all’ecclettico Robby nel capolavoro “Il Pianeta Proibito” o al temibile Gort di “Ultimatum alla Terra“. Più recentemente il pensiero va al letale androide T-800 di “Terminator” , passando per il simpatico Numero 5 di “Corto Circuito” ed il tormentato cyber-poliziotto Murphy di “RoboCop“. La visione di “L’Uomo Meccanico“pur frammentaria, mostra gli albori di un soggetto che ancora oggi affascina e cattura le fantasie dello spettatore.