Un caleidoscopico tour tra i giganti degli anime della letteratura e del cinema.
L’anime L’attacco dei giganti (2013, tratto dal manga di Hajime Isayama) è uno spaccato apocalittico sull’insensatezza della guerra. I rimandi arrivano a toccare addirittura la mitologia classica con i ciclopi antropofagi dell’Odissea, e l’evoluzione naturale della mitologia di Go Nagai. Negli ultimi anni al cinema abbiamo avuto l’avvento dei giganti in vari film. Il più recente ha visto addirittura scontrarsi con loro il povero Hellboy sballottato come un pupazzo (la regia è di Neil Marshall di Doomsday). Mentre tornando indietro di qualche anno abbiamo il tenero colosso di Harry Potter ed il principe mezzo sangue (diretto da Peter Yates), con Grop fratello di Hagrid nascosto nella boscaglia e risolutivo nello scontro finale. Poi l’epico scontro di Jack e i fagioli magici del brillante Brian Singer (X-Men) memoria e nella Furia dei titani di Jonahatan Liebesman (che poi passerà al remake delle Tartarughe ninja) dove dei ciclopi giganteschi hanno dato del filo da torcere a Perseo. Tornando a L’attacco dei giganti, le fattezze del Titan Jaw di Ymir vengono dal film i Tre volti del terrore. Film ad episodi del 1975, che annovera alla sceneggiatura Richard Matheson (autore di Io sono leggenda e Tre millimetri al giorno). Tornando alle influenze manga, non possiamo non citare Devilman nell’apocalisse che vede l’umanità dai giorni contati. E soprattutto nel trittico Eren, Mikasa, Armin che ricorda inevitabilmente il triangolo di Akira, Ryo, Miky . Mentre tornando ai riferimenti classici in molti avranno notato la simbologia del vino ambiguo che trasforma in bestie titaniche. Questo nettare degli dei veniva usato da Ulisse per trarre in inganno il Ciclope Polifemo ed in questo caso i malcapitati vengono trasformati loro malgrado in Titani Killer. Insomma l’attacco dei giganti è un’opera unica che, tra musiche epiche e scene d’azione al cardiopalma, induce dubbi sulla moralità delle scelte dei protagonisti (come il maestro Go Nagai delineava in Devilman).
Articolo a cura di Jean-Pierre Colella