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INTERVISTA ESCLUSIVA AL PREMIO OSCAR DOUG DREXLER

Doug Drexler, un artista incredibilmente versatile, le sue competenze ad alto livello spaziano dal design, al make-up, agli effetti visivi. E’ stato premiato con il Premio Oscar per il Miglior Make-Up nel 1991 per il film “Dick Tracy”. Durante la sua carriera è stato inoltre premiato con l‘Emmy Awards, il BAFTA e molti altri riconoscimenti.
Oltre al make-up ha lavorato come designer e visual effect artist in “Star Trek: The Next Generation”, “Star Trek: Deep Space Nine”, “Star Trek Voyager”, “Enterprise” e molti altri.
Con l’avvento della computer grafica è riuscito a stare al passo coi tempi supervisionando gli effetti CG di molte serie e film sci-fi tra cui “Battlestar Galactica: Blood and Chrome”, “Defiance” e “Caprica”.

Quali erano le tue passioni da ragazzino? Ti piaceva la fantascienza?

Ero particolare, un bambino che leggeva voracemente, specialmente fantascienza. Ho letto tutti i classici all’età di 11 anni: Burroughs, Heinlein, poi Asimov, Ellison e Bradbury. Sono stato enormemente influenzato dalla Fiera Mondiale di New York del 1964-65. Ho passato due estati lì da solo. È stata un’esperienza fondamentale. “Star Trek” di Gene Roddenberry uscì nel 1966: all’epoca non c’era molta buona fantascienza televisiva e ne rimasi ossessionato. Ho imparato come vengono realizzati film a causa del mio interesse per “Star Trek”. Il libro di Stephen E. Whitfield (Poe), “The Making of Star Trek”, è stato come la benzina ed una scintilla per me.

Quali film ti hanno colpito di più, prima di iniziare a lavorare nell’industria cinematografica?

Come già detto, “Star Trek” è stato importante per me. Di fatto ha cambiato la mia vita. All’epoca non era ancora culturalmente popolare: era solo un telefilm.
I film più importanti per me sono stati il primo “King Kong”, “Il Mago di Oz” con Judy Garland, “Frankenstein” con Karloff, “La Cosa da un Altro Mondo”, “Il Pianeta Proibito”, “L’Uomo che Visse nel Futuro” di Pal, “Viaggio Allucinante”, “Ultimatum alla Terra”.
Eppure, “Il Pianeta delle Scimmie” è in cima alla mia lista, “20.000 Leghe Sotto i Mari” della Disney era il mio Star Wars.

A destra Doug Drexler giovanissimo nella sua stanza da trekker

Come sei diventato scultore, designer, artista di effetti visivi e truccatore?

Sono sempre stato molto creativo fin dall’infanzia. Disegnavo, scrivevo, progettavo. Ho scoperto che sapevo scolpire quando fui invitato ad una festa di Halloween all’età di 26 anni. Avevo un articolo su come realizzare un make-up in schiuma di lattice de “Il Pianeta delle Scimmie”. Mi sono appassionato molto alla scultura, più delle altre cose che avevo fatto in precedenza. Ciò mi ha portato a essere notato dal Guru/Padrino del Make-up, Dick Smith.

Il maestro del make-up Dick Smith assieme a Doug Drexler

Ho avuto la mia prima possibilità di essere un “designer”, al di fuori del disegno del make up dei personaggi, quando sono entrato nel dipartimento artistico di Star Trek. È stata un’avventura completamente nuova per me. Ho lavorato nel reparto artistico ed effetti visivi prima della CG (computer grafica), con artisti del VFX come Dan Curry e Gary Hutzel. Loro sapevano che se avessero esaurito il budget, avrebbero dovuto costruire una stazione spaziale con degli scarti. Diventammo tutti grandi amici. Quando iniziò ad essere introdotta la CG ero nel reparto artistico. Gary Hutzel se ne accorse e mi fece collaborare con un paio di interventi. Quando passammo ad “Enterprise”, Gary andò a lavorare per “Battlestar Galactica”.
Quando “Enterprise” fu cancellata, Gary mi chiese se volevo unirmi a lui in Canada e mettere su un’azienda di VFX. E’ stato l’inizio di un’altra grande avventura.

Doug Drexler al lavoro su un modellino di Star Trek

Quali sono stati i tuoi primi lavori cinematografici e televisivi?

Dick Smith mi invitò ad assisterlo nel creare i trucchi e gli effetti speciali per il film di vampiri “Miriam si sveglia a mezzanotte” (The Hunger, 1983) di Tony Scott, con David Bowie. Quello fu il mio primo lavoro professionale. Non avrei potuto chiedere di meglio, con il maestro del trucco Dick Smith. Abbiamo realizzato make-up di invecchiamento, teste finte e molti effetti speciali, come le mummie che si sbriciolano.
Il mio primo lavoro in una serie televisiva è stato in “Star Trek: The Next Generation”, che mi ha portato a lavorare su tutte le serie successive, fino ad “Enterprise”.

Le mummie realizzate da Dick Smith e Doug Drexler per il film “Miriam si Sveglia a Mezzanotte” (The Hunger, 1983)

Come sei stato coinvolto nella produzione di “Starman”? e che cosa hai fatto per questo film?

Dick Smith ed io andammo d’accordo lavorando a “Miriam si sveglia a mezzanotte” quindi mi ha invitato ad essere il suo braccio destro per “Starman” di John Carpenter. Nel film, un alieno cresce da un campione di DNA, evolvendo in un bambino che diventa poi Jeff Bridges. L’effetto è stato suddiviso in tre parti. Rick Baker e Stan Winston realizzarono le prime due, Dick Smith ha realizzato la trasformazione del busto da bambino a Jeff Bridges. Potrebbe essere stata una delle ultime trasformazioni fisiche realizzate con la tecnica a “passo-uno” usata in un film. Abbiamo realizzato qualcosa come 120 teste per l’animazione di un ragazzo di 11 anni che si trasforma in un uomo.

I busti realizzati per la trasformazione di “Starman” (1984) su uno scaffale nel laboratorio di Dick Smith
Uno dei busti originali di “Starman” (1984) sopravvissuti. Collezione Paolo Prevosto www.paoloprevosto.com

Hai lavorato per uno dei più importanti franchise di fantascienza, “Star Trek”, di quali lavori sei più orgoglioso?

Sono orgoglioso di molte cose che ho fatto in “Star Trek”. Il vero brivido è stato il progettare due Enterprise, la NX-01 e l’Enterprise J.

Hai qualche aneddoto divertente accaduto durante le diverse produzioni in cui hai lavorato?

Una delle mie storie preferite è anche contenuta nel nuovo libro di Mike Westmore intitolato “Makeup Man”. Riguarda un episodio di TNG intitolato “The Offspring”, nel quale Data si costruisce una figlia: nel suo laboratorio di trucco Mike aveva una vernice dorata per il corpo con cui avrei ricoperto Leonard Crofoot dalla testa ai piedi, come in “Goldfinger”. A Mike avevano detto: “lo metti su e alla fine della giornata, con i normali struccanti lo sciogli subito”. Sembrava un prodotto fantastico nella brochure. Non l’avevamo mai provato ed ho imparato una lezione preziosa quel giorno, non dare mai nulla per scontato. A fine riprese, Verso le 1:00 di notte pensai: “ehi ma non era così, fa schifo, sta diventando un incubo… Dio, perché a me?”.
Dopo circa un’ora in cui non abbiamo concluso nulla ci siamo riuniti, significava far saltare le persone giù dal letto per ottenere il permesso per far aprire la palestra dalla sicurezza. Ho accompagnato Leonard laggiù verso le tre del mattino, ho acceso le docce più calde che potevo e l’ho fatto stare nel vapore. Funzionava, ma richiedeva molto tempo. Sono dovuto letteralmente entrare nella doccia con lui e strofinare il poverino come un elefante da circo. Gli attori e i truccatori si sono divertiti come matti!
Stava cominciando a diventare giorno quando sono tornato a casa. Non ero esattamente impaziente di tornare al lavoro e rifare tutto da capo. Il cattivo funzionamento del trucco aveva consumato tutto il nostro tempo libero, quindi ora dovevo sbrigarmi a dormire per tornare allo studio. Hai mai provato a correre e dormire?

L’attore Leonard Crofoot col make-up dorato

Il giorno dopo è andato perfettamente. Leonard era altrettanto zen e funzionava oltre i normali parametri operativi di un Androide. Non dimenticherò mai quanto sia stato difficile. Quella notte Mike Westmore mi aiutò a far uscire Leonard dalla sua “prigione” di trucco, aiutandomi a metterci meno tempo. Io mi occupavo della parte anteriore, Mike della schiena. Ero così intento a staccare il trucco che circa a metà strada, mi resi conto che il “pacco” dell’attore era a circa tre centimetri dalla mia faccia! Stavo iniziando a sogghignare per l’assurdità di tutto ciò quando guardai attraverso le sue gambe dall’altra parte, e vidi, come incorniciato in una cornice di carne Mike Westmore che sfregava il sedere di Leonard! inconsapevole che gli stavo sorridendo attraverso i “gioielli” di Leonard. Dissi: “Ehi, Mike! Questa è una visione di te che non mi sarei mai aspettato di avere!” Scoppiamo a ridere ogni volta che ci pensiamo, ci guardavamo attraverso le “cose” di Leonard!

Mike Westmore e Doug Drexler

A cosa stai lavorando ora?

Ho finito di lavorare ad una serie televisiva lo scorso dicembre intitolata “Beyond”. In questo momento mi trovo nella “ricerca eterna di Hollywood” per il prossimo lavoro.

 

 

Ringrazio Doug Drexler per il tempo che ci ha dedicato.