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Il Mio Amico Mac (1988)

Stewart Raffill è un regista conosciuto principalmente per il suo grande amore nei confronti della natura e per aver diretto il film Disney Due ragazzi e un leone (1972) e, in ambito fantascientifico, The Philadelphia Experiment (1984).
Nel 1988 il cineasta britannico firma soggetto, sceneggiatura e regia del film Il Mio Amico Mac (Mac and Me).
Mac è il nome di un buffo e tenero alieno che, giunto rocambolescamente sulla Terra, perde il contatto con la propria famiglia: l’occhiuto extraterrestre incrocia il proprio destino con quello di Eric, un bambino paraplegico che farà di tutto per riportare il nuovo amico tra le braccia dei genitori.
Nel 1982 Steven Spielberg riscrive la fantascienza con il suo capolavoro E.T., la commovente storia che narra l’amicizia tra Elliot e un glabro extraterrestre: è l’inizio di una enorme operazione che cavalcherà il successo del film, invadendo praticamente ogni settore del mercato.
Qualche anno più tardi Raffill tenta un’operazione analoga, ricalcando, per molti versi, la sceneggiatura del fortunato film targato Spielberg. Come nel caso dell’illustre predecessore, Il mio amico Mac tenta di toccare corde profonde dell’animo umano. Se E.T. tratta argomenti come la separazione genitoriale e il valore universale dell’amicizia, il film di Raffill si gioca la carta della tematica sociale, affrontando (senza eccessivi sentimentalismi) il tema della diversità.

Il Mio Amico Mac sarà un vero e proprio flop al botteghino: tra gli elementi meno graditi dal pubblico ci sono la spudorata somiglianza con E.T. ed un massiccio inserimento di sponsor, talvolta invadenti all’interno della pellicola. Nonostante questo, Il mio amico Mac diverrà, nel corso degli anni, un piccolo cult movie. Gli estimatori ne apprezzano l’ingenuità disarmante della trama, oltre a chicche quali un improbabile cammeo del pagliaccio Ronald McDonald e la fantomatica apparizione di una giovane Jennifer Aniston. Apprezzabile la colonna sonora, composta da Alan Silvestri. Il mio amico Mac è una piccola pietra miliare del cinema trash, che ci consegna un’amara lezione: copiare una grande idea non si rivela necessariamente una buona idea.