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I SEGRETI DEL MAGO DI OZ

Sul finire del diciannovesimo secolo l’America è attraversata da una profonda fase di deflazione economica: i coltivatori dell’ovest vedono moltiplicarsi così i debiti contratti con i potenti istituti bancari dell’est. Per uscire dall’impasse si prende in considerazione la possibilità di introdurre l’argento alternativamente all’indice definito dall’oro. Tuttavia l’idea non prende piede e l’oro resta l’unico standard valutario. Sullo sfondo di questa crisi economica, lo scrittore Frank Baum scrive un romanzo per ragazzi, destinato a divenire un classico intergenerazionale.
UN LIBRO MAGICO

La prima edizione de “Il meraviglioso mago di Oz” viene pubblicata per la prima volta nel maggio del 1900: il libro narra le avventure della piccola Dorothy Gale e del suo cagnolino Toto che, inghiottiti da un terribile tornado, si ritrovano catapultati con l’intera casa dal Kansas alla terra blu dei Munchkin. Avendo accidentalmente ucciso la perfida strega dell’Est (investendola con la casa) Dorothy viene premiata dalla strega buona del Nord, che le regala un paio di scarpette d’argento e le indica la strada di mattoni gialli, che la condurrà dall’unico individuo in grado di riportarla a casa: il misterioso e potente Mago di Oz. Lungo il cammino, la bambina ed il suo cagnolino incontrano uno spaventapasseri, un omino di latta ed un leone codardo. Ognuno di loro deciderà di recarsi a cospetto del mago per ricevere qualcosa.
Il successo del libro è tale che lo stesso Baum ne scriverà ben tredici seguiti: alla morte dello scrittore, altri autori si adopereranno al proseguimento della saga, che conta decine di volumi.
UNA MINIERA D’ORO (E ARGENTO)
Nonostante l’ipotesi (mai confermata) secondo cui il primo libro fosse in realtà un’allegoria raffigurante il contesto economico contingente, le avventure di Oz travalicano l’aspetto prettamente politico, affascinando lettori di tutto il mondo. A differenza della sua Dorothy, Frank Baum non è certo uno sprovveduto: nato in una famiglia agiata, Baum è un uomo dai molti lati oscuri che si interessa a numerose discipline, dimostrando una naturale inclinazione per la scrittura. Fonda numerosi piccoli giornali e, nel frattempo, si appassiona al teatro. Sul finire del ‘800 trova fortuna grazie ad alcuni libri per bambini. Sull’onda del successo de “Il meraviglioso mago di Oz”, nei primi anni del ‘900 Baum adatta l’opera facendone un musical. Anche questo progetto riscuote notevole successo: tutto quello che ruota intorno ad Oz sembra produrre enormi profitti. Tuttavia, ogni volta che l’autore si allontana dalla propria creatura, l’insuccesso lo attende dietro l’angolo. Quella che legherà Baum ed il suo mago è una simbiosi quasi indissolubile, sovente simile ad una condanna.
DAL TEATRO AL CINEMA
Negli anni ’10 vengono girati due film ispirati alla saga di Baum: “The Wonderful Wizard of Oz” del 1910 e “His Majesty, the Scarecrow of Oz” del 1914. Nel 1925 Larry Semon (Ridolini) dirige un adattamento che vede Oliver Hardy nella parte dell’uomo di latta.
Nell’agosto del 1939 esce nelle sale statunitensi una pietra miliare nella storia del cinema: è il primo adattamento de “Il meraviglioso mago di Oz” arricchito dal sonoro. Victor Fleming (che presenta nello stesso anno “Via col vento”) dirige la diciassettenne Judy Garland in un film memorabile. “Il Mago di Oz” impressiona il pubblico grazie all’imponente utilizzo di soluzioni visive: oltre all’espediente del contrasto tra una prima parte sui toni del seppia ed una seconda a colori sgargianti (a sottolineare la meraviglia esercitata dal nuovo mondo) vi è l’uso magistrale della pittura su vetro, in un incredibile gioco prospettico, oltre ad altri effetti speciali resi possibili dal (vero) mago degli effetti speciali Arnold Gillespie.
La canzone “Over the rainbow”, interpretata della Garland (che vincerà l’Oscar giovanile grazie a questo film) darà seguito ad una serie praticamente infinita di cover e rivisitazioni nel corso dei decenni a seguire.
Nel 1978 “The Wiz” di Sidney Lumet propone una stravagante versione dell’opera, mettendo in scena un musical sui generis, interpretato da Michael Jackson e Diana Ross.
La Disney tenta un primo approccio all’opera nel 1985: “Nel fantastico mondo di Oz” diretto da Walter Murch, che vede protagonista una giovanissima Fairuza Balk, aspira ad essere l’ideale seguito del classico uscito nel 1939. Sempre Disney produce nel 2013 un film diretto da Sam Raimi: “Il grande e potente Oz”, interpretato da James Franco, Mila Kunis, Rachel Weisz e Michelle Williams, si propone stavolta come prequel del capolavoro degli anni ’30: il film omaggia il classico proponendo nuovamente la contrapposizione tra una scala di grigi (a schermo ridotto) nel mondo reale ed il colore (a schermo panoramico) delle terre magiche.
Che si tratti o meno di un’opera inizialmente dettata da motivi sociali ed economici, quella di Dorothy e del mago di Oz è una storia che non esaurisce la propria magia, regalando emozioni a distanza di oltre un secolo.

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