Home Cinema I SUPEREROI SECONDO SHYAMALAN

I SUPEREROI SECONDO SHYAMALAN

Cos’è un supereroe? La risposta è solo illusoriamente semplice ed immediata. Cosa accomuna Clark Kent, Bruce Waine, Peter Parker e gli altri uomini (e donne) che celano la propria identità eroica?

Il 22 dicembre 2000 esce nelle sale italiane “Unbreakable”, film interpretato da Bruce Willis, Robin Wright e Samuel L. Jackson. David Dunn è un un uomo comune, che attraversa una profonda crisi familiare con la moglie e medita una separazione, pur cercando di mantenere un legame affettivo con il figlio. La sua vita cambia quando, a seguito di un terribile incidente ferroviario, scopre di essere l’unico superstite: inoltre, l’uomo non ha riportato l’ombra di un graffio. A causa della sua straordinaria esperienza, Dunn entra nel mirino dell’eccentrico gallerista Elijah Price, uomo affetto da osteogenesi imperfetta, malattia debilitante che rende le sue ossa fragili come vetro. Sarà proprio Elijah ad iniziare David in un percorso che lo porterà alla consapevolezza dei propri poteri.

Ad un solo anno dall’uscita de “Il sesto senso”, opera dotata di una certa freschezza narrativa, il giovane regista Manoj Night Shyamalan si trova a dover consolidare il proprio status di enfant prodige del cinema contemporaneo. “Unbreakable” è un film misurato ed elegante, che appassiona lo spettatore senza mai eccedere in facili piaggerie. David è un eroe atipico, un uomo profondamente solo e malinconico: i suoi poteri lo spaventano, più che esaltarlo, allontanando il personaggio dal piglio velatamente spavaldo di molti supereroi Marvel e DC. All’estremo opposto è Elijah, individuo sottoposto ad indicibili sofferenze fin dal suo primo vagito: colto e schivo, è disposto a tutto pur di spronare David. “Unbreakable” affronta con metodo iconoclastico il mondo dei supereroi, scardinando le atmosfere da tragedia shakespeariana che lambiscono pellicole come “Il Cavaliere Oscuro” e tralasciando le gag umoristiche che caratterizzano molti (troppi) prodotti Marvel.

Diciassette anni più tardi Shyamalan (che ha nel frattempo vissuto una carriera altalenante) firma “Split”, lavoro che riporta in primo piano, stavolta in negativo, il tema dei super poteri: James McAvoy interpreta lo squilibrato Kevin Crumb, affetto da disturbo di personalità multipla. Nel corso di un drammatico rapimento, Kevin sviluppa la consapevolezza di una celata e terribile nuova identità. Con un inatteso cameo di David Dunn al termine di “Split”, il regista suggerisce allo spettatore che il film potrebbe essere, idealmente, un sequel di “Unbreakable”.
Nel gennaio 2019 è atteso nelle sale un nuovo capitolo (presumibilmente intitolato “Glass”) che sarà un’ideale congiunzione tra le vicende di “Unbreakable” e la folle storia di “Split”. Un piccolo filone supereroico indipendente che, lontano dai lustrini di Marvel e DC, ci mostra eroi fragili, insicuri e tormentati, in una parola: veri.