Home News & trailer ***NO SPOILER*** “THE SHAPE OF WATER”: La recensione

***NO SPOILER*** “THE SHAPE OF WATER”: La recensione

È approdato finalmente nelle sale cinematografiche italiane “The Shape of Water”, il film del pluripremiato regista messicano Guillermo del Toro, candidato a 13 nomination agli Oscar. La pellicola narra le vicende di Elisa (Sally Hawkins), una donna delle pulizie muta che lavora nella sezione segreta di un laboratorio governativo durante il periodo della guerra fredda. La donna si innamorerà di una creatura acquatica tenuta in cattività come esperimento scientifico ed i suoi sentimenti la porteranno a correre ogni rischio pur di salvare l’essere marino dalla morte. Fin dalle prime immagini della pellicola altamente evocative, Guillermo del Toro ci fa capire che racconterà una favola surreale, dove l’atmosfera romantica ed onirica giocata sui delicati toni del verde e del rosso ci accompagna nella storia d’amore tra questa umile donna senza voce e la creatura acquatica crudelmente torturata. Accanto ai personaggi principali troviamo coprotagonisti eccellenti, come Giles (Richard Jenkins), artista omossessuale tormentato dall’inevitabile invecchiamento, unico vero amico di Elisa. I quadri di Giles rimandano all’arte di Norman Rockwell e al suo realismo romantico, attraverso cui respiriamo il sogno americano intriso di una realtà edulcorata e stereotipata fatta di famiglie felici e fiduciose che si godono torte e gelatine verdi o rosse. La verità denunciata dal film è ben diversa e lo sappiamo dato che si colloca durante gli anni della guerra fredda e del razzismo dilagante. Zelda (Octavia Spencer), l’altra coprotagonista, è l’amica chiacchierona di Elisa, la voce che parla non solo per bilanciare con il suo essere simpaticamente petulante e ficcanaso il mutismo ed il carattere discreto della protagonista, ma dà voce alla popolazione americana di colore che negli anni ’60 subisce gli effetti devastanti della discriminazione razziale. Intriso di simbolismi “The Shape of Water” racconta la forma della vita, espressa ad esempio attraverso l’uovo, alimento che Elisa dona alla creatura acquatica per creare con essa una connessione empatica. L’uovo è simbolo di rinascita e rigenerazione, di magia e della coesistenza di elementi diversi ma inseparabili perché complementari. L’acqua nella pellicola è la forma della femminilità, è elemento in cui poter fluttuare in una sospensione onirica, è simbolo di maternità e di nascita. Moltissimi sono i rimandi che fanno di “The Shape of Water” un omaggio alla magia del cinema, in primis i riferimenti al film “Il mostro della laguna nera” del 1954 di Jack Arnold evidente fonte di ispirazione per creare l’essere acquatico. Le scarpe rosse che Elisa indossa sono un chiaro riferimento a “Scarpette rosse” (1948) di Michael Powell ed Emeric Pressburger, ma anche a Dorothy nel suo viaggio fantastico ne “Il Mago di Oz”. Nella pellicola ci sono inoltre molti riferimenti all’’età d’oro del musical ed alla Hollywood degli anni Trenta e Quaranta. In ultima analisi Guillermo del Toro con “The Shape of Water” dimostra ancora una volta di essere meritatamente considerato uno tra i più visionari ed ispirati registi del momento, interessato a raccontare i significati profondi della vita, in grado di ricreare atmosfere dense di un’estetica unica e raffinata.